Body Building e Postura: cosa bisogna sapere

Il body building (letteralmente “costruzione del corpo”), comunemente chiamato culturismo, è uno sport che ha delle finalità puramente estetiche. Chi pratica body building ha come scopo quello di raggiungere la perfezione corporea, aumentando la propria muscolatura. Questo sport infatti, si ispira profondamente ai modelli delle statue greche, che presentavano una muscolatura perfetta, un corpo armonico, una pelle liscia, un corpo forte, meraviglioso, ineguagliabile. Lo scopo esatto di questo sport dunque, non trova il suo riscontro in un allenamento finalizzato al benessere, ma nel raggiungimento di una forma fisica perfetta che è scevra dall’agonismo e dalla competitività, tipica di qualunque altro sport eseguito ad un livello professionale.

Il culturismo si basa su un allenamento molto duro che trova il suo principio d’essere nel sollevamento pesi, abbinato ad un’alimentazione ferrea (iperproteica), specifica per questa tipologia di allenamento, che apporta al corpo, in particolare alla muscolatura il giusto tono, per “gonfiarsi” e proporzionarsi. Il sollevamento pesi non è competitivo, ogni corpo ha una differente conformazione rispetto ad altri, ragion per cui, ogni allenamento trova il suo riscontro in un determinato numero di ore di tempo da dedicare a questo sport, e di un determinato peso da sollevare, che dipende strettamente anche dalla fisicità stessa del culturista e dal livello di pesantezza muscolare che questo intende raggiungere.

Ormai è noto a tutti, da anni, quanto l’importanza di avere un buon allineamento posturale possa contribuire a migliorare sensibilmente la stato generale di salute di qualsiasi persona, dal bambino fino allo sportivo (amatore o professionista) e alla persona più anziana.

Questa specifica importanza della postura ai fini della salute sembra però sfuggire nella maggior parte delle palestre dove si pratica body building. Uno dei problemi a monte è che prima di iniziare a praticare gli esercizi della classica scheda di allenamento, nessuno si preoccupi di fare una scrupolosa valutazione posturale generale e una valutazione specialistica dell’appoggio plantare. Un’attenta analisi posturale permetterebbe, infatti, di valutare tutto il sistema mio-artro-legamentoso e individuare preventivamente quali gruppi muscolari ipotonici necessiterebbero di essere rinforzati e quali muscoli invece essendo già eccessivamente contratti andrebbero allungati ma soprattutto in caso di pregresse lesioni muscolari permetterebbe una migliore organizzazione del programma di allenamento prevenendo eventuali nuove lesioni.

Proprio il cattivo rapporto fra coppie muscolari (agonisti e antagonisti), è uno degli aspetti fondamentali legati appunto alla base dei cattivi atteggiamenti posturali. La stragrande maggioranza dei frequentatori abituali di una palestra ha il desiderio di migliorare il proprio fisico e quindi il proprio aspetto estetico.

Il problema nasce semmai quando il desiderio di migliorarsi esteticamente prevale inconsciamente sull’aspetto salutare. Il rafforzamento continuo e ripetuto di gruppi muscolari “esteticamente più importanti” a discapito di altri, in assoluto petto e addome per gli uomini, glutei e gambe per le donne finisce per creare un disordine posturale. Molto spesso alcune problematiche come questa, nascono dal fatto che attualmente risulta davvero difficile se non raro, avere in palestra da un istruttore, una scheda personalizzata di lavoro; quasi tutti i personal trainer adoperano schede preconfezionate secondo diversi livelli che rendono del tutto impossibile una personalizzazione seria dell’allenamento.

Entrando nel merito ed osservando, quindi, la postura tipica di un body builder, specie di profilo, si può notare come tenda ad assumere l’atteggiamento tipico del gorilla con spalle chiuse in avanti (antiversione cranio-scapolare) e braccia addotte e intraruotate con mani pronate. Il petto è quindi generalmente molto tonico e contratto e richiama in dentro le spalle al contrario della muscolatura posteriore del busto allungata e ipotonica con conseguente ipercifosi dorsale accompagnata da iperlordosi cervicale di compenso.

Questa è la diretta conseguenza di un allenamento che si focalizza spesso sul rafforzamento esclusivamente concentrico del petto a discapito di deltoide posteriore, trapezio, adduttori delle scapole ed extrarotatori della spalla. Tale atteggiamento di chiusura a livello toracico ha secondariamente ripercussioni anche sulla corretta dinamica respiratoria andando a comprimere il diaframma.

L’impossibilità di aprire bene il torace durante l’inspirazione forzata a causa dell’eccessiva rigidità dei pettorali determina un’immissione di aria ridotta ai polmoni. Con il tempo il diaframma, muscolo respiratorio essenziale, risente di questa alterata meccanica adattandosi a sua volta a lavorare in un regime ridotto.

Il costante accorciamento delle masse muscolari può arrivare quindi a determinare una limitazione dell’elasticità muscolare, una riduzione della rima articolare ed un aumento della pressione intrarticolare, causando problemi spesso irreversibili.

Il movimento lento e frenato di alcuni body-builder si associa ad una perdita delle qualità propriocettive e di adattamento tipiche di un tessuto elastico come il muscolo.

il lavoro di muscoli e articolazioni su piani sempre uguali, determina la camminata goffa e innaturale, priva di armonia, che rispecchia un corpo rigido, serrato, accorciato e compresso. Ma il corpo umano non è nato per fare movimenti ripetuti sempre sullo stesso piano, e quando viene forzatamente programmato in maniera unidirezionale perde le sue qualità propriocettive e le sue molteplici variazioni del gesto motorio, per questo il body building più di ogni altro sport, genera dei veri e propri “ritardati motori”

Naturalmente l’aumento sostanziale della massa muscolare e quindi del peso corporeo IN generale andrà a gravare sulle articolazioni e sui tendini. Molte sono anche le problematiche muscolari legate ad una non corretta esecuzione dei movimenti e delle ripetizioni; tutto questo genererà sovraccarichi funzionali e tendinopatie. In conclusione se da un lato bisogna riconoscere a questa disciplina importanti meriti, soprattutto per sfuggire da una ben più pericolosa sedentarietà, dall’altro bisogna conoscerne i limiti, ridurre i difetti ed esaltarne i pregi.

Fra i metodi più semplici basterebbe dedicare un po’ di tempo ad una valutazione podologica e posturale e alla personalizzazione dell’allenamento (in funzione di tutte le caratteristiche del soggetto) oltre ad inserire all’interno della seduta di allenamento, sedute di stretching e posture di allungamento muscolare tipo Mezièrès.

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