L’attività lavorativa produce quasi sempre effetti negativi sulla postura e sulla corretta funzione motoria. Alterazioni che, nel corso del tempo possono produrre delle disfunzioni posturali. Per quanto riguarda lavori statici, che costringono in certe posizioni per lungo tempo, essi determinano:
– fissazione di posizioni asimmetriche a livello sia strutturale, sia muscolare;
– modifiche funzionali ed adattamenti dei sistemi propriocettivi ed esterocettivi;
– disordini oftalmologici e vestibolari, a causa di atteggiamenti errati del capo;
– alterazioni dello schema corporeo.
I lavori in movimento e con sforzo, invece, provocano:
-sovraccarichi e sollecitazioni anomale su particolari segmenti del corpo;
-asimmetrie di tono e forza dei muscoli;
– alterazioni funzionali degli organi propriocettivi.
Per annullare l’effetto deformante dell’impegno lavorativo, è importante attuare provvedimenti posturali (plantari propriocettivi o neurobiomeccanici) sul luogo di lavoro che evitano o limitano i danni, migliorando la posizione lavorativa e di conseguenza la postura. Infatti, è possibile rimanere 8 ore alla scrivania purchè la posizione di lavoro sia la più allineata possibile, ci sia il modo di alzarsi e recuperare per qualche secondo il corretto allineamento, si faccia qualche esercizio posturale quando le condizioni lo richiedono necessario.