Sindrome della bandelletta ileo-tibiale

Tutti i podisti sono passati da questo infortunio prima o poi. E’ l’infiammazione della fascia laterale del ginocchio causata dallo sfregamento del condilo laterale del femore. Il dolore della parte esterna laterale del ginocchio puòessere molto acuto.

La stragrande maggioranza degli autori ritiene che la funzione principale della bandelletta tibiale sia quella di rendere stabile la componente antero-laterale del ginocchio.

Alcuni autori (Nishimura, 1997; Fairclough, 2006) ritengono che, più che a carico della bandelletta, il processo infiammatorio sia relativo al tessuto molto innervato e vascolarizzato che separa la bandelletta ileotibiale dall’epicondilo femorale laterale.

La sindrome della bandelletta ileotibiale è un disturbo che colpisce in particolar modo i podisti (da qui il nome popolare con il quale spesso è indicata, ginocchio del corridore), ma non è infrequente anche in coloro che praticano altri tipi di sport come, per esempio, i calciatori, i cestisti e i pallavolisti.

La sindrome della bandelletta ileotibiale può essere considerata, sostanzialmente, una sindrome da sovraccarico (come, per esempio, l’epicondilite, la tendinopatia del tendine di Achille, la borsite della zampa d’oca, la fascite plantare, la pubalgia e le fratture da stress) le cui cause possono essere fatte risalire al concorso di fattori predisponenti e di condizioni di tipo sportivo.

 I fattori predisponenti sono generalmente di natura anatomica, tra questi ricordiamo il varismo del ginocchio, il varismo della tibia, la prominenza dell’epicondilo femorale laterale, la dismetria degli arti inferiori e il piede tendente alla pronazione; le principali condizioni di tipo sportivo che, unite ai sopracitati fattori, sono causa dei ripetuti microtraumi che alla fine scatenano il processo infiammatorio, sono la corsa su fondo inclinato o irregolare, un chilometraggio eccessivo, una brusca modifica in eccesso dei carichi allenanti (tipici i casi del runner principiante che inizia a correre e brucia le tappe troppo in fretta e del podista che decide di allungare le distanze di corsa, per esempio passando dai 10000 m alla mezza maratona oppure da quest’ultima alla distanza di Filippide) o la scelta di lunghi circuiti che presentano un’eccessiva alternanza di salite e discese o, ancora, gli allenamenti per la forza esplosiva particolarmente intensi.