Quando parliamo di onicocriptosi, o “unghia incarnita”, occorre ricordare che non è una fisiologica crescita della lamina, ma una condizione patologica infettiva in cui una parte della lamina ungueale perfora l’epidermide del solco ungueale, e penetra nei tessuti arrecando un danno tissutale.
Si viene a creare principalmente a livello degli alluci dei piedi, soprattutto nei ragazzi/ragazze, e può essere congenita (quindi dovuta a fattori genetici) o acquisita (per fattori come un taglio inadeguato, eccessiva sudorazione, scarpe inadatte, trauma diretto o micro-traumi ripetuti nel tempo).
Se all’inizio il disagio può essere minimo, con la crescita dell’unghia la lamina penetra sempre più a fondo, fino a causare una vera e propria infiammazione che può portare all’infezione del solco con conseguente formazione di tessuto di granulazione e fuoriuscita di pus e sangue. Senza rimozione podologica della sola parte di lamina che causa l’infiammazione (e l’eventuale infezione) non vi può essere risoluzione della patologia.
Generalmente, l’unghia incarnita negli stadi iniziali causa rossore della cute, che diventa anche lucente e tesa, mentre il dito appare gonfio e tumefatto con la fuoriuscita di tessuto purulento. E’ presente un dolore acuto, che si risveglia alla minima pressione. Nel progredire della patologia viene a formarsi anche tessuto di granulazione lateralmente all’unghia, che copre parzialmente la lamina.
Il podologo si occupa del trattamento conservativo, che consente di risolvere l’infezione, togliere il dolore e ristabilire in tempi brevi l’integrità ungueale andando a rimuovere solo il frammento di lamina causante la patologia e intervenendo, ove necessario, in secondo momento per correggere quei fattori che hanno predisposto l’unghia al danno tissutale con una successiva rieducazione ungueale (ortonixia) oppure attraverso la realizzazione di ortesi in silicone medicale su misura (orthoplastia).