Storia della posturologia

Nel 330 D.C Aristotele aveva già compreso la posizione delle parti del corpo in rapporto, tra loro così come la loro posizione in rapporto all’ambiente, ovvero la postura corporea.
Sir Charles Scott Sherrington nel suo “Integrated action of the nervous system” scrisse: “La maggior parte delle azioni riflesse espresse dai muscoli scheletrici sono posturali.” Il sistema scheletrico del corpo umano è mantenuto  in certe attitudini posturali in relazione all’orizzontalità dello sguardo, all’asse verticale; tali attitudini sono una in relazione all’altra.


Charles Bell nel 1837 si chiese: “come fa un uomo a mantenere una postura diritta o inclinata contro il vento che soffia contro di lui?” E’ evidente che possiede un senso attraverso il quale conosce l’inclinazione del suo corpo e che possiede la capacità di riaggiustare e correggere tutti gli scarti in rapporto alla verticale”.

Si deve poi a:

  • ROMBERG  il ruolo della vista e della propriocezione podalica;
  • FLOURENS  il ruolo del vestibolo;
  • LONGET  il ruolo della propriocezione dei muscoli paravertebrali;
  • DE CYON  il ruolo della propriocezione oculo-motrice;
  • MAGNUS il ruolo della pianta del piede.

Ma questi Ricercatori cercavano uno ed un solo apparecchio sensitivo o sensoriale che permettesse il controllo dell’equilibrio e ciò fu l’inizio di numerosi contrasti fra le varie scuole.

Fortunatamente VIERDORT (1864) cambia di strategia e studia attraverso l’osservazione l’uomo in piedi; ma sfortunatamente non possedeva né un apparecchio di misura né i mezzi per trattare le informazioni ricevute.

RANQUET (1953) permette la creazione di un apparecchio che registra i fenomeni senza modificarli: la piattaforma posturografica.

GAGEY , BIZZO e COLL. (1986) permettono, grazie all’informatica, un’interpretazione posturografica efficace e la creazione di norme.

La prima scuola di posturologia fu fondata nel 1890 a Berlino da Vierordt. Nel 1955 il dott. Baron (laboratorio di posturologia di S. Anne a Parigi) pubblicava una tesi, sull’importanza dei muscoli oculomotori nell’attitudine posturale.

Henry Otis Kendal definì la postura “uno stato caratterizzato dall’insieme delle posizioni delle articolazioni del corpo in un dato momento”

Jungmann, McClure e Backaches nel 1963 in “postural decline, aging and gravity-strain” scrissero “Se consideriamo la postura come il risultato dell’interazione dinamica tra due gruppi di forze (la forza ambientale della gravità da un lato e la forza dell’individuo dall’altro), allora la postura non è null’altro che la forma in cui si esprime l’equilibrio di

potere che esiste in qualunque momento tra questi due gruppi di forze. Dunque, qualsiasi deterioramento della postura indica che l’individuo sta perdendo terreno nella sua lotta con la forza ambientale della gravità”.

Negli anni 70 il Prof. Martins da Cuhna, fisiatra a Lisbona, ha descritto la sindrome di deficienza posturale come un insieme di segni e sintomi che configurano uno stato disfunzionale del soggetto.

Molto più recentemente il prof. J.Paillard introduce i concetti di “corpo situato e di corpo identificato” e li definisce come un approccio psico-fisiologico del concetto di schema corporale.

E’ grazie a tutte queste intuizioni arricchite negli ultimi 20 anni da ulteriori ricerche scientifiche che si è giunti alla nuova definizione di POSTUROLOGIA CLINICA.

Il termine “postura” proviene dal latino “positura” che vuol dire posizione, termine. Per postura si intende dunque il rapporto con cui i diversi segmenti corporei concorrono all’attuazione di un qualsiasi gesto o posizione. La postura è influenzata da vari fattori che varie parti del nostro organismo percepiscono e trasmettono al sistema nervoso, che a sua volta elabora una serie di risposte; tutto ciò può essere chiamato  sistema posturale Esso si presenta come un insieme molto complesso, formato da varie  strutture del sistema nervoso centrale e periferico, fra le quali:

  • l’occhio;
  • il piede;
  • il sistema cutaneo;
  • i muscoli;
  • le articolazioni;
  • l’apparato stomatognatico (sistema occlusale – bocca – e lingua);
  • l’orecchio interno.

In sostanza da più di un centinaio d’anni i lavori realizzati conducono a considerare il sistema tonico posturale come “un insieme strutturato” a entrate multiple e con numerose funzioni complementari:

  • lottare contro la gravità e mantenere una stazione eretta;
  • opporsi alle forze esterne;
  • ituarci nello spazio-tempo strutturato che ci circonda;
  • permetterci l’equilibrio nel movimento, guidarlo e rinforzarlo.

Per realizzare questo exploit neuro-fisiologico, l’organismo utilizza differenti risorse:

  • gli esterocettori: ci posizionano in rapporto al nostro ambiente (tatto visione udito);
  • i propriocettori: posizionano le differenti parti del nostro corpo in rapporto all’insieme, in una posizione prestabilita;
  • i centri superiori: integrano i selettori di strategia, i processi cognitivi (Paillard) e rielaborano i dati ricevuti dalle due fonti precedenti.

La posturologia si presenta pertanto come una branca trasversale della moderna medicina,con solide basi di neurofisiologia, biomeccanica ed ergonomia.Si è sviluppata, negli ultimi anni, una scuola italiana di posturologia clinica, sicuramente unica ed all’avanguardia, che ha saputo codificare un metodo di diagnosi e terapia che riesce a garantire ottimi risultati nelle patologie funzionali. Questa  posturologia, inoltre, non è medicina complementare o alternativa. Questa posturologia è “la medicina” tra le più ortodosse, guidata da un rigore scientifico assoluto, ma contemporaneamente aperta alla verifica di qualsiasi presupposto teorico che possa aiutare nella comprensione di fenomeni clinici comunque presenti con alta incidenza statistica.

Storia Posturologia Prof. Pacilio